Roberto Messori - Figlio, nipote e pronipote a memoria d'uomo di mugnai su mulini natanti del Po mantovano, il legame col fiume è praticamente genetico. La pesca a mosca? Ecco cos'è successo: conquistato psichicamente dall'incidentale lettura dei testi sulla pesca a mosca di Mario Albertarelli, nel 1973 acquista un completo Cortland da 18.000 Lire comprendente: canna da mosca in fibra di vetro di 8’ 6’’ # 8, coda 8 DT probabilmente galleggante (male), mulinello Cortland che si romperà subito, box con 8 mosche Fuji tipo farfalle amazzoniche, un finale ø 24. Compra anche l’unico, inutile manuale per imparare a pescare a mosca disponibile all’epoca: quello del Ramusino. Per sua fortuna incontra casualmente in un negozo di pesca Enzo Bortolani, col quale si accorda per un’uscita sullo Scoltenna, in quel tratto che 30 anni dopo (più o meno) diverrà il no kill del ponte della Fola. Nasce un’amicizia che porterà in breve tempo le catture in parità, condizione indispensabile per il suo consolidamento. Nel ‘77 si converte al volo col deltaplano e fino al 1982 le uscite di pesca restano sporadiche.
Per un incidente di volo perde 6 mesi di vita attiva perché ingessato dalla vita in su, ed il lavoro. Deciso a non lavorare più per nessuno se non alle dipendenze di sé stesso, nel volgere di alcuni anni inizia una carriera artistica seguendo le orme materne e del nonno materno. Dipinge quadri ad olio, li esibisce in diverse mostre ed in questo modo vive fino al 1986, anno in cui, solo per aggiungere un'entrata supplementare alle sue finanze, riesumando la vecchia passione alieutica mei sopita, s’inventa una rivista di pesca a mosca ed idrobiologia, una sorta di mezzo divulgativo per fruire dell’ambiente tramite la Pam, l’unica disciplina alieutica potenzialmente incruenta.
La rivista è Fly Line, pubblicata regolarmente dal 1986. Inizia il suo iter di Pam intercontinentale e accumula esperienze dai dorados del Paranà agli squali di Camarillo (California), dalle steelhead dell’Umpqua ai salmoni del Labrador, dai bonefish cubani ai temoli artici e via via fino alle trote del Missouri e del lago Argentino. Finalmente ha capito che il massimo sono i ruscelli dell’Appennino e le loro trotelle di una spanna, dove è finalmente tornato, ma anziché pescarvi ora è costretto a cercare di difenderli dalle centraline… Dopo il 2000 l’avvento dell’Euro, della globalizzazione, della concorrenza, della crisi economica e di una figlia scatenata quanto e più di lui lo spingono alla realizzazione di libri per la pesca a mosca e di entomologia, ampliando così il giro d’affari, ma riducendo catastroficamente il tempo libero e con esso le uscite di pesca. L’amicizia con Enzo Bortolani è rimasta un punto fermo, mentre le catture sono tornate pesantemente a favore del vecchio amico.
Anche la vecchia passione per il volo è tornata, ma col parapendio, che rispetto al deltaplano è meglio in tutto... tranne che in volo, ma pesa poco, si prepara in pochi minuti e si atterra quasi dappertutto. Ma oggi tutto è così: si vuole la comodità a dispetto dell'affidabilità e della sicurezza. La parabola vololiberista terminerà nel 2002, con la perdita dell'amico più importante e competitore vololiberista quasi imbattibile.
E i dipinti? La strada verso l'arte non è stata mai chiusa: la rivista ha ridotto il tempo dedicato ad essa, sufficiente se non per qualche sporadica esposizione, ma la realizzazione di dipinti, che non sono mai stati esibiti, non s'è mai fermata, essi saturano le pareti di casa a Modena e dello studio di Formigine. Ora però se ne stanno accumulando davvero troppi, per cui... nel sito è stata aggiunta nel menu principale la voce "I DIPINTI DI FLY LINE".
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