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Armando Piccinini

Armando PiccininiArmando Piccinini - Nato a Reggio Emilia nel marzo del 1968. Da sempre una grande passione ed interesse per le acque e la fauna ittica. Grazie al regalo di uno zio, appassionato pescatore, all’età di 6 anni inizia la sua avventura nel mondo alieutico: canna fissa, qualche cagnotto e le prime catture di vaironi nei piccoli corsi d’acqua dell’Appennino. Poi la pesca alla passata con il mulinello e le prime uscite sul fiume Po, il Mincio ed il lago di Garda in cerca di barbi e cavedani e le letture dei libri di Mario Albertarelli, grande maestro di pesca e di vita. A 18 anni diventa guardapesca volontario, attività che svolge per circa 10 anni, sia per la difesa degli ambienti acquatici sia per la possibilità di partecipare a monitoraggi, ripopolamenti e recuperi di fauna ittica in asciutta. Intanto iniziano le prime esperienze nella pesca con gli artificiali per la cattura di persico trota e luccio. Nel 1987 si iscrive al corso di Scienze Biologiche presso l’Università di Parma, dove si specializza in Ittiologia, occupandosi dello studio di: barbo comune e canino, trota fario, cheppia e siluro. Nel 1995 si laurea in Scienze Biologiche con una tesi relativa a distribuzione, accrescimento ed alimentazione del siluro (Silurus glanis L.) nei canali di bonifica della pianura padana. Dopo la tesi, vince una borsa di studio per il monitoraggio dei salmonidi della Provincia di Parma e si occupa di acquacoltura presso l’Istituto Zooprofilattico di Brescia. Inizia così a seguire i primi progetti di recupero delle trote autoctone e di gestione degli incubatoi di valle. A partire dal 1998 si interessa di acquacoltura, a livello commerciale, e viaggia tra Asia, Stati Uniti e Sud America per attività di consulenza legata all’allevamento di gamberi, specie marine e di acqua dolce. Ogni viaggio è anche l’occasione per pescare e studiare specie sempre diverse. Nel 1997 inizia a scrivere i primi articoli per le riviste di settore dedicata alla biologia ed etologia delle specie ittiche, attività che non viene mai più interrotta. Intanto si avvicina alla pesca a mosca con corsi di lancio e di costruzione e cominciano i viaggi verso le acque da salmonidi italiane e in Austria e Slovenia. Diventa Igfa Representative per l’Italia (www.igfa.org) e collabora a scrivere diversi articoli scientifici con i loro responsabili. Intanto continua a lavorare come consulente per regioni e province nella gestione e tutela della fauna ittica (piani di gestione, monitoraggi, incubatoi e normative in materia di pesca sportiva) e diventa membro della Associazione Italiana Ittiologi Acqua Dolci (Aiiad). Infine, nel 2005 lascia la canna da pesca, mai abbandonata del tutto, indossa maschera, muta e pinne ed ottiene il brevetto da subacqueo. Per conoscere veramente i pesci bisogna stare nel loro mondo ed osservarli sotto la superficie dell’acqua. Le immersioni in fiumi e laghi sostituiscono lentamente la canna da pesca in favore delle attrezzature fotografiche e la subacquea diventa anche strumento di monitoraggio e di indagine delle comunità ittiche a scopo scientifico. L’esperienza acquisita come pescatore si rivela molto preziosa per conoscere, avvicinare e scoprire i pesci nel loro ambiente naturale, accanto alla lettura di articoli e libri che si occupano del comportamento dei pesci. Trote, temoli, carpe, siluri, barbi, cavedani e molti altri diventano così compagni di immersione e la fotografia subacquea, uno strumento per divulgare e spiegare ai pescatori quello che i pesci avvertono e percepisco nel loro ambiente naturale. L’altra sua grande passione sono i vecchi testi di ittiologia da Aristotele al Medioevo e le raffigurazioni di pesci che si possono rinvenire nelle tante opere d’arte in Italia. Oggi svolge la sua attività di Ittiologo presso la Università di Parma e collabora a vario titolo con province, regioni ed associazioni di pescatori per la tutela, la gestione e la riproduzione della fauna ittica e si occupa di divulgazione scientifica nelle riviste di settore, tra cui la conosciutissima e stimata Fly Line. Infine, un ringraziamento particolare all’editore Roberto Messori per la fiducia accordatami nel pubblicare i miei articoli sulla sua rivista e per avermi incoraggiato ed aiutato nell’avventura della fotografia subacquea.

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His name is Fly Line.
Thanks to it, the rivers will have less and less secrets for the fly fisherman.
In this magazine passion becomes culture and culture simplicity.

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